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Decalogo Ragionato Per Una Corretta Alimentazione

Come medico omeopata, fatta eccezione per alcuni casi specifici, non amo soffermarmi sulla questione “alimentazione” se non in termini generali e vi spiego perché.

  1. Oggi viviamo in una società che si alimenta prevalentemente con cibo di produzione industriale, questo significa in sostanza che nessuno di noi sa esattamente di cosa si ciba. Soffermasi sull’alimentazione senza occuparsi della provenienza del cibo e quindi senza preoccuparsi della sua qualità mi sembrerebbe come di “mettere il carro davanti ai buoi”.
  2. Viviamo nell’epoca dell’informazione, il medico omeopata ha un gran da fare nello studiare la personalità del paziente, i suoi sintomi fisici, il suo equilibrio familiare e sociale e non solo, il paziente da parte sua può trovare facilmente tutte le informazioni che desidera una volta istradato sulla base di principi generali adatti per la sua particolare costituzione psico fisica, in caso desiderasse migliorare la propria alimentazione. Nella mia pratica clinica ho trovato che la dieta dei gruppi sanguigni secondo i consigli del dottor Mozzi è uno dei sistemi più efficaci e ben studiati adatti per la nostra società.
  3. Non sarà mai inutile ripetere che il paziente è il miglior medico di se stesso, significa che dovrà essere cura del paziente verificare che qualsiasi dieta o consiglio siano in effetti benefici per la propria salute in un clima di collaborazione con il medico omeopata. Questa collaborazione medico paziente è una marca specifica dell’omeopatia la quale non chiederà mai al paziente di seguire pedissequamente delle ricette preconfezionate, ma chiede tassativamente una collaborazione con il medico al fine di scegliere la strada migliore per raggiungere i proprio equilibrio psicofisico. Non bisogna dimenticare che se da una parte c’è l’alimento, dall’altra c’è un essere umano e bisogna tener conto di entrambe queste variabili per trovare una alimentazione giusta, per di più quest’essere umano è in un continuo divenire di stati o se vogliamo di equilibri psicobiologici, che rendono le sue necessità alimentari sempre diverse, anche per questo quindi ci sono diete che possono essere ritenute valide per tutti, se non in termini puramente generici.
  4. La nostra società, in virtù della propria forma mentis, individua i problemi alimentari in senso strettamente materialistico. Spesso una alimentazione sbagliata è più il sintomo di un atteggiamento mentale che la causa di disturbi di vario genere, come pure molte volte si addebitano all’alimentazione tutti quei disturbi che non siamo capaci di individuare altrove ovvero nei recessi più reconditi della nostra anima. Come medico omeopata non mi piace assecondare questo tipo di mentalità e quindi mi guardo bene dal far focalizzare l’attenzione dei mie pazienti sull’alimentazione specie nelle primissime visite. Considero l’alimentazione una questione da affrontare con coloro già in buon equilibrio psicofisico generale e che possono spendere energie per questi temi in modo proficuo e ottenendo cosi benefici duraturi. È esperienza comune di come i benefici delle cosiddette diete durano un tempo necessariamente limitato.
  5. Per quanto riguarda i bambini il tema dell’alimentazione assume tutte le questioni predette e altre ancora, come quella dell’educazione del palato e quella dell’equilibrio familiare, ad esempio infatti i disturbi alimentare del bambino più spesso non sono altro che il sintomo di una squilibrio familiare più generale, di cui i disturbi del bambino non sono altro che l’epifenomeno. 

Detto questo non voglio però eludere la pur legittima domanda del nostro paziente ideale e lascio quindi qui quello che considero il mio decalogo per una alimentazione sana.

  1. La qualità del cibo prima della sua quantità
  2. Non mettere sulla pelle quello che non metteresti in bocca
  3. Fermati di mangiare prima di essere satollo (la maggior parte delle tossine deriva da una cattiva digestione)
  4. La dieta dei gruppi sanguigni è credibile ma non esagerare
  5. Non mangiare maiale in tutte le sue forme
  6. Se un cibo ti giova non vuole dire che ti abbia guarito, se un cibo ti fa male non vuol dire che sia esso la causa del problema.

Buon appetito.

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